Regole

LE ORIGINI

Il Gioco dell'Oca, nato a Firenze alla fine del '500, si diffuse rapidamente nelle corti europee, in particolar modo in Francia e in Inghilterra. Alcuni esemplari di tabelloni di gioco dei secoli scorsi possono considerarsi delle vere e proprie opere d'arte: decorati con grande ricchezza di particolari, rappresentavano vere e proprie avventure, battaglie famose, episodi storici, favole, miti e leggende.

L'andamento di una partita di Gioco dell'Oca dipende assolutamente dalla sorte, dal punteggio dei dadi, dalle indicazioni delle caselle che casualmente si raggiungono, cosa che contribuì a farne un gioco di successo nei secoli. Il tabellone di gioco è solitamente diviso in 63 caselle, alcune delle quali riportano simboli che corrispondono alle domande oppure agli 'imprevisti' del gioco. Ogni giocatore dispone di una pedina 'segnaposto' che viene fatta avanzate sul tabellone lanciando uno o due dadi.

LE REGOLE

Possono giocare da 2 a 6 partecipanti, oppure è possibile organizzarsi in piccole squadre. Si estrae a sorte chi inizia per primo e si avanza sul tabellone nel senso indicato dai numeri progressivi. I giocatori allineano i segnaposto all'inizio del gioco (fuori dalla prima casella, indicata con il numero 1): scopo del gioco è percorrere l'intero tabellone e raggiungere la casella 63 prima degli avversari.

A turno, si lanciano i dadi e si avanza del numero di caselle indicate dal totale ottenuto con i dadi. Se non vi sono indicazioni contrarie, è possibile sostare su una casella occupata da un altro giocatore. Su alcune caselle vi sono indicazioni che è obbligatorio seguire: stare fermi uno o più turni, arretrare alla casella indicata, avanzare di un numero di caselle prestabilito, oppure uguale a quelle appena percorse, raggiungere una determinata casella, ritornare all'inizio, ecc.

Per vincere bisogna raggiungere la casella 63 con un lancio esatto, altrimenti si deve tornare indietro di tante caselle quanti sono i punti in eccedenza.

Il Gioco dell'Oca è uno dei primi giochi su tavoliere in cui si cimentano i bambini: sessantatré caselle disposte nel classico percorso a spirale, possibilmente con un'ambientazione accattivante, due dadi, qualcosa che funga da segnalino, insidie e incontri fortunati per vedere chi arriva primo, fra due o più giocatori, alla fatidica casella finale. L'origine del curioso nome è avvolta nel mistero, l'unica certezza è che già nei primi esempi sul tavoliere era sempre raffigurata un'oca: la prima tavola, originaria di Venezia, risale al 1640 e raffigura un desco imbandito su cui fa bella mostra un'oca. Alcuni ritengono che l'oca potesse rappresentare la posta in palio per il vincitore. E' chiaro comunque che l'oca simboleggia il valore sociale e di sana contesa familiare, tanto più che il gioco divenne presto un appuntamento tradizionale a Natale, Pasqua e Carnevale. Ma chi pensa che il Gioco dell'Oca sia solo un passatempo per l'infanzia o per famiglie sbaglia di grosso. In molti hanno attribuito al gioco un forte significato simbolico: il percorso a spirale che sta a significare l'infinito, la presenza di alcune caselle fisse con una possibile lettura numerologica (31 = il Pozzo indica l'errore grave, 42 il Labirinto la difficoltà nell'orientarsi, 58 la Morte). Al di là delle migliaia di diversi tavolieri e di varianti possibili, al di là di qualsiasi interpretazione esoterica o filosofica, il successo che subito ebbe il Gioco dell'Oca, a tutt'oggi uno dei passatempi più diffusi nel mondo, sta in due motivi molto semplici: l'estrema semplicità delle regole e l'azzardo contenuto nel gioco, che non lascia al giocatore nessuna via di scampo se non la propria fortuna e buona sorte nell'affrontare le trappole che il destino ha posto sulla sua strada.

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